La mia arte



Tra un Cristo in croce e un Bambino Gesù, fra un angelo in terracotta e un Sant' Antonio in carta pesta, Giuseppe Cesarini si muove a suo agio nel piccolo locale di via San Gregorio Armeno. Nato dentro la stessa bottega artigiana, cresciuto dal padre Luigi, vittima della stessa passione, nel culto di un' arte sacra che solo oggi sta ritrovando i suoi estimatori. Cesarini è uno degli ultimi scultori di santi, quasi nessuno lavora, come lui, a mano libera, senza stampi. Quasi più nessuno come lui sa padroneggiare tutti i materiali, restaurare e intagliare, rifinire le statue con oro zecchino. A 45 anni ha già nominato un erede, il figlio tredicenne che porta lo stesso nome del nonno. Gli telefonano da tutto il Sud per commissionargli statue per le chiese. Ha inviato nell' ex Jugoslavia persino la Madonna di Medjugorie, spedisce in Francia e in Inghilterra i suoi pastori in abiti del Settecento, anche se i suoi capolavori restano i Bambini Gesù che adornano i più bei presepi napoletani. Non ha mai voluto fare altro mestiere, ha sempre rifiutato offerte di lavoro redditizie dice. Un piccolo, grande artista.