L’acqua,
secondo il filosofo greco Talete, è l’elemento originario di
cui tutte le cose sono fatte. Sul piano della religione,
possiamo ricordare che nella Bibbia, proprio all’inizio della
Genesi, lo Spirito di Dio (Ruah Elohim) aleggia sulle acque:
l’acqua è dunque l’elemento primordiale, l’unico che
coesista con Dio, senza che egli debba crearlo; nella Genesi,
appunto, Dio si limita a separare le acque che sono sopra il
firmamento dalle acque che sono sotto il firmamento, mentre per
quanto riguarda gli altri elementi della natura, si dice
espressamente che Dio creò i luminari, creò le creature, creò
infine l’uomo.
Ma
c’è anche la tradizione del diluvio e la si ritrova come
nella Bibbia così nella mitologia greca, oltre che presso molti
altri popoli; mediante il diluvio, Dio distrugge l’umanità
che si è resa colpevole di troppi delitti. Questa tradizione
getta una luce sulla fondamentale ambiguità, alla quale avevamo
già accennato, di questo simbolo: l’acqua, immagine stessa
della vita, è anche strumento di distruzione. Ma, anche qui, lo
spirito opera il ribaltamento: il diluvio stesso, fatto
sostanzialmente negativo, si trasforma nella positività
dell’inizio; dopo il diluvio vi è una nuova umanità, con la
quale Dio stesso stipula un patto, ponendo nel cielo il sigillo
dell’arcobaleno; nella mitologia greca la nuova umanità è
opera di Deucalione e Pirra i quali, gettandosi alle spalle
pietre che si trasformano in uomini e donne, ripopolano il
mondo.
|
Si
comprende quindi anche il significato dell’aspersione con l’acqua, la
quale significa dunque la volontà di riportare la cosa aspersa alla
condizione originaria, alla nascita, o rinascita, dalle acque primordiali.
E’ lo stesso simbolismo che si ritrova nel sacramento del Battesimo, il
quale, in origine, avveniva, come del resto dice la parola stessa (dal greco
baptízo, baptizw
“immergo”), mediante immersione, cioè con una
sorta di annegamento: il neofita, il nuovo “virgulto” cristiano,
mediante questo “annegamento”, moriva come uomo vecchio e rinasceva come
uomo nuovo.
Lo
steso simbolismo si ritrova nella leggenda di Saffo, che si getta nel mare
dalla rupe di Leucade, al fine di guarire dall’amore non corrisposto per
il bellissimo Faone: correre il rischio dell’annegamento significa
superare lo stadio della crisi e rinascere a nuova vita. |