Il
sabato precedente la prima domenica di maggio è una festività
importante, per la città di Napoli, che commemora in questo
giorno la traslazione delle reliquie del suo Santo Patrono da
Montevergine a Napoli. In altra occasione daremo ampie notizie
su questa come su altre festività riguardanti San Gennaro: qui
vogliamo solo ricordare la suggestività della processione che
si svolge dalla Cattedrale alla Chiesa di Santa Chiara, dove,
nel corso del rito, il sangue contenuto nelle ampolle mostra
l’evento della liquefazione; è un momento atteso con viva
partecipazione ed accolto con emozione dai Napoletani, in
questa, come nelle altre date tradizionali del prodigio.
In
questa occasione, i partecipanti possono ammirare le statue in
argento dei Santi che hanno la tutela di Napoli, tratte dal
chiuso della cappella del “Tesoro” e portate a spalle per le
vie del centro storico.
Si
tratta di meravigliosi prodotti di oreficeria che sembrano
acquisire nuova vita, quando le si vedono passare al di sopra
della folla commossa, che le addita agli altri, facendo a gara
nel riconoscere i Santi raffigurati.
Tra
i miei ricordi di infanzia c’è quello delle circa sessanta
statue che, una dopo l’altra, uscivano dalla porta della
Cattedrale e raggiungevano la chiesa di Santa Chiara, mentre la
banda eseguiva la più celebre delle musiche professionali.
Per
un periodo molto lungo, le statue che precedevano le reliquie di
San Gennaro furono sempre più poche, fino ad arrivare ad un
anno in cui si registrò la presenza di un’unica statua,
quella di Santa Chiara.
Oggi
sembra che la processione stia riprendendo l’antico splendore:
quest’anno, sabato 3 maggio, erano ben quindici le statue
argentee che hanno attraversato le vie del centro storico. Chissà
che non si avveri un giorno il mio sogno di rivedere tutte
le statue passare al di sopra della folla dei fedeli.
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