Il
“soqquadro” avvenne intorno al 1558, ma i lavori
continuarono in misura notevole dal 1635 al 1650, per volontà
dei frati superiori che
si succedettero in quegli anni. Fu rifatto il pavimento con
cornici di marmo, furono rimossi bassorilievi e antiche lapidi,
furono coperte di stucchi le colonne e trasformate le finestre
dalla forma ogivale a quella rettangolare; sparirono gli archi a
sesto acuto e infine fu chiusa la zona absidale.
Insomma,
nel clima della Controriforma, e poi per almeno due secoli, vi
furono cambiamenti radicali, fino a che l’aspetto gotico sparì
del tutto, sotto pesanti sovrastrutture barocche.
Seguirono
periodi di gravi difficoltà nell’Ottocento e nei primi del
Novecento: i pericoli di crolli e una progressiva decadenza, che
si accentuò quando, nel 1866, i Francescani furono allontanati,
portarono alla chiusura dell’edificio nel 1905. Il recupero
iniziò nel 1937, con il ritorno dei Francescani.
Ma
solo di recente, grazie ai lavori di restauro iniziati dopo i
disastrosi eventi della seconda guerra mondiale, la chiesa ha
recuperato, almeno in parte, il suo aspetto originario, sì che
oggi il tempio di San Lorenzo Maggiore si pone come uno dei
luoghi sacri della città di Napoli che esercitano un maggiore
fascino.
(continua)
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