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Anno3 - n.5 - Luglio 2003
 

DIALOGO CON IN LETTORI


Un nostro lettore ci chiedeva se potevamo dargli qualche delucidazione sul significato dell’uso invalso presso gli artigiani di San Gregorio Armeno di modellare per il presepe statuette in terracotta raffiguranti personaggi del mondo contemporaneo: si cominciò con Totò, ed era anche naturale, per continuare con Eduardo De Filippo, in omaggio alla commedia Natale in casa Cupiello (tutti ricordano il divertente scambio di battute tra Luca Cupiello e suo figlio Tommasino: “Te piace o presepio?” – “Nun me piace”, che ricorre come un ritornello), per finire con Bossi, con Di Pietro e così via.
In questa usanza c’è sicuramente il desiderio degli artigiani di mostrare la propria bravura e di solleticare la curiosità dei visitatori, soprattutto dei turisti, anche al fine di un incremento dei guadagni. Ma la risposta non può limitarsi a questo.
Dobbiamo allora ricordare che il presepe è sempre stato a passo con i tempi, ha sempre cioè rappresentato la nascita di Gesù Bambino secondo il costume contemporaneo; si ricorderà che già San Gaetano, cui si attribuisce a Napoli la prima rappresentazione presepiale, aveva riempito la scena di personaggi vestiti alla foggia del suo tempo (si veda il numero del settembre 2001).
In realtà, quest’abitudine ha una radice nel profondo della psicologia dell’uomo: l’evento dell’Incarnazione, dal punto di vista cristiano evento capitale per la storia del mondo, è sì avvenuto nella “storia”, ma è anche ciò che alla storia conferisce senso; la nascita del Bimbo Divino avviene nel tempo, ma anche al di fuori del tempo, perché tutti, in maniera personale, siamo chiamati alla “rinascita”, in qualunque momento essa possa e debba verificarsi; a livello della collettività, la “rinascita” avviene ogni Santo Natale, quando si celebra la nascita secondo la carne del Bambino Gesù.
Questa nascita è dunque un evento metastorico e la sensibilità popolare esprime questo complesso significato rappresentando nel presepe uno scenario contemporaneo.
Qualcosa di simile avviene nelle leggende, nei quali certe meravigliose imprese vengono attribuite a vari personaggi nel corso dei tempi, a seconda delle civiltà; ci spieghiamo meglio: esiste la leggenda e questa, di volta in volta, attrae nella propria sfera i personaggi celebri di un popolo; avvenne così che, nella storia dell’eroe il quale salva la fanciulla dalle fauci del mostro marino, i protagonisti portarono i nomi prima di Perseo e Andromeda (ma anche di Eracle e di Esione) nella cultura greca, quindi quelli di San Giorgio e la Principessa nella cultura cristiana; la leggenda poi sedusse la fantasia di un grande poeta e ritroviamo la storia nell’ Orlando Furioso dell’Ariosto, con i nomi, questa volta, di Ruggero e di Angelica.
Non abbiamo esaurito l’argomento, ma abbiamo fornito, speriamo, al nostro lettore una traccia per continuare la ricerca; speriamo, nel frattempo, che qualcuno voglia intervenire nel dibattito e offrire qualche risposta più esauriente di quella che ho tentato di offrire io.

Italo Sarcone