Un nostro lettore ci chiedeva
se potevamo dargli qualche delucidazione sul significato
dell’uso invalso presso gli artigiani di San Gregorio Armeno
di modellare per il presepe statuette in terracotta raffiguranti
personaggi del mondo contemporaneo: si cominciò con Totò, ed
era anche naturale, per continuare con Eduardo De Filippo, in
omaggio alla commedia Natale in casa Cupiello (tutti ricordano
il divertente scambio di battute tra Luca Cupiello e suo figlio
Tommasino: “Te piace o presepio?” – “Nun me piace”,
che ricorre come un ritornello), per finire con Bossi, con Di
Pietro e così via.
In questa usanza c’è sicuramente il desiderio degli artigiani
di mostrare la propria bravura e di solleticare la curiosità
dei visitatori, soprattutto dei turisti, anche al fine di un
incremento dei guadagni. Ma la risposta non può limitarsi a
questo.
Dobbiamo allora ricordare che il presepe è sempre stato a passo
con i tempi, ha sempre cioè rappresentato la nascita di Gesù
Bambino secondo il costume contemporaneo; si ricorderà che già
San Gaetano, cui si attribuisce a Napoli la prima
rappresentazione presepiale, aveva riempito la scena di
personaggi vestiti alla foggia del suo tempo (si veda il numero
del settembre 2001).
In realtà, quest’abitudine ha una radice nel profondo della
psicologia dell’uomo: l’evento dell’Incarnazione, dal
punto di vista cristiano evento capitale per la storia del
mondo, è sì avvenuto nella “storia”, ma è anche ciò che
alla storia conferisce senso; la nascita del Bimbo Divino
avviene nel tempo, ma anche al di fuori del tempo,
perché tutti, in maniera personale, siamo chiamati alla
“rinascita”, in qualunque momento essa possa e debba
verificarsi; a livello della collettività, la “rinascita”
avviene ogni Santo Natale, quando si celebra la nascita secondo
la carne del Bambino Gesù.
Questa nascita è dunque un evento metastorico e la sensibilità
popolare esprime questo complesso significato rappresentando nel
presepe uno scenario contemporaneo.
Qualcosa di simile avviene nelle leggende, nei quali certe
meravigliose imprese vengono attribuite a vari personaggi nel
corso dei tempi, a seconda delle civiltà; ci spieghiamo meglio:
esiste la leggenda e questa, di volta in volta, attrae nella
propria sfera i personaggi celebri di un popolo; avvenne così
che, nella storia dell’eroe il quale salva la fanciulla dalle
fauci del mostro marino, i protagonisti portarono i nomi prima
di Perseo e Andromeda (ma anche di Eracle e di Esione) nella
cultura greca, quindi quelli di San Giorgio e la Principessa
nella cultura cristiana; la leggenda poi sedusse la fantasia di
un grande poeta e ritroviamo la storia nell’ Orlando
Furioso dell’Ariosto, con i nomi, questa volta, di Ruggero
e di Angelica.
Non abbiamo esaurito l’argomento, ma abbiamo fornito,
speriamo, al nostro lettore una traccia per continuare la
ricerca; speriamo, nel frattempo, che qualcuno voglia
intervenire nel dibattito e offrire qualche risposta più
esauriente di quella che ho tentato di offrire io.
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