Caro
lettore,
Cari,
pazienti Lettori,
siamo veramente in ritardo per questo numero che doveva vedere
la luce il giorno di San Giovanni, il 24 giugno. Si tratta di
una festività importante per la Chiesa che ricorda il
Precursore di Cristo e per il folclore di molti popoli, essendo
situata in prossimità del solstizio di estate, così come la
festività dell’altro Giovanni, il discepolo prediletto di Gesù,
autore del quarto Evangelo e, secondo la tradizione,
dell’Apocalissi, è celebrata in prossimità del solstizio
d’inverno. Su questo discorso torneremo, dunque, nel numero di
dicembre.
A parziale compenso del nostro ritardo, questo numero è molto
ricco; poiché il nostro discorso ci ha condotti spesso a
parlare di solstizi e di equinozi, ho chiesto ad uno dei miei
migliori studenti, Michele Martone, che ha appena superato, con
il massimo dei voti, l’Esame di Stato, di scrivere un articolo
che ci aiutasse a ripassare questo importante capitolo della
geografia astronomica; l’articolo è scritto dal punto di
vista strettamente scientifico, anche se noi di questi eventi
abbiamo parlato da un punto di vista tradizionale e simbolico. I
due aspetti non sono in contraddizioni: essi devono convivere
nella mentalità dell’uomo moderno, il quale non può fare a
meno della scienza, che è la sua caratteristica peculiare, ma
non deve dimenticare ciò che fu creduto, per non disumanizzare
la sua scienza; anche su questo argomento ritorneremo: anzi, ci
farebbe piacere che i Lettori cominciassero a prendere la parola
e a esporci le loro considerazioni e i loro pareri, sia
sull’andamento della rivista, sia sulle varie questioni che
stiamo affrontando. Per il momento, voglio ricordare una bella
frase che ho tratto da un film, di cui purtroppo ricordo solo il
titolo italiano, Quando le leggende muoiono; un vecchio
capo indiano ammonisce un giovane che ha intenzione di
intraprendere la strada dei bianchi: “E’ giusto che cambi,
non à giusto che si dimentichi”. Ecco, il senso di questo
nostro lavoro, quale che esso sia, è tutto nella volontà che
non si dimentichi.
In questo numero accogliamo un’altra gradita e
qualificatissima presenza: la professoressa Maria Simonetta De
Marinis ha scritto per noi un articolo per presentarci l’opera
di Raffaello Sanzio “Lo Sposalizio della Vergine”, nella
quale c’è un riferimento ad una tradizione su San Giuseppe,
contenuta nei Vangeli apocrifi, che nel prossimo numero
riporteremo e commenteremo. La professoressa De Marinis è
Ordinario di Storia dell’Arte nei Licei e autrice di pregevoli
studi nel campo della sua disciplina; in particolare di un
bellissimo libro su Vincenzo Gemito, del quale la pregheremo di
parlarci prima o poi sulle pagine della nostra rivista, dal
momento che ha promesso (e a questo punto la promessa diventa
pubblica) di continuare a darci la sua preziosa collaborazione;
le diamo il nostro benvenuto.
Sempre più brava diventa la nostra Tiziana Assante, che,
compenetrata dell’impegno preso con i nostri Lettori, si è
lanciata con entusiasmo nell’impresa di descriverci, puntata
dopo puntata, l’iconografia mariana e, ci sembra, sta
svolgendo il suo compito con serietà e competenza: è una
giovane studiosa a cui piace la ricerca e mettere per iscritto i
risultati della ricerca.
A lode di tutti questi collaboratori devo dire che essi mi
avevano fornito il loro materiale in tempo utile perché la
rivista vedesse puntualmente la luce; anche lo staff operativo
lavora con solerzia; soltanto mia è dunque la responsabilità
del ritardo, per il quale non voglio accampare alcuna scusa;
voglio soltanto assicurare i Lettori che sto studiando il modo
perché questi ritardi non abbiano più a ripetersi, anche in
considerazione del fatto che ho un piccolo sogno del cassetto:
portare la rivista a dodici numeri l’anno; ne abbiamo la
capacità e la possibilità.
Potrete, cari Lettori, verificare la consistenza dei nostri
propositi il 12 settembre, festa del Sacro Nome di Maria. Per il
momento ti invito a leggere, oltre gli articoli citati, le mie
“Considerazioni presepiali” su questo numero.
P.S.
Poiché la nostra rivista sta diventando sempre piú un punto di
riferimento per molti giovani animati dallo spirito di ricerca,
abbiamo deciso di ritornare sui numeri già pubblicati,
correggendo le eventuali sviste, gli errori di stampa ed altre
manchevolezze. Siete quindi invitati a comunicarci tutti gli
errori che incontrerete, per aiutarci a rendere la nostra
rivista sempre piú idonea al fine per la quale essa è nata.
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