Due anni fa, sulle pagine di questa rivista, mi auguravo che si realizzasse un giorno un mio vecchio, e in fondo innocentissimo, desiderio: vedere tutte le statue dei Santi Patroni di Napoli sfilare, portate a spalle dai loro fedeli, per le vie del centro antico della città, nella processione di maggio nel corso della quale avviene la liquefazione del sangue di San Gennaro (anno 3 - numero 4).
Il mio desiderio è ben lontano dall'essere realizzato appieno, ma mi consola che anno per anno va crescendo il numero delle statue argentee che lasciano per alcune ore il chiuso del Tesoro e fanno la loro apparizione in pubblico, salutate dagli applausi festosi dei Napoletani: ed è anche divertente vedere come spesso i fedeli, pur ammirando tutti gli splendidi busti alla loro uscita dalla Cattedrale, facciano il "tifo" particolarmente per il Santo titolare della loro Parrocchia.
Lo spettacolo non manca di suscitare un sorriso di benevola compassione da parte di qualche turista straniero, specialmente se è di fede protestante e vede quindi in queste manifestazioni null'altro che superstizione o immaturità religiosa.
Sorridano pure, i turisti, se vogliono. A ciascuno la sua fede: noi, popoli mediterranei, non sappiamo fare a meno di immagini che sollecitano la fantasia e aiutano la nostra vita morale con l'esempio di virtù e di bontà.
Mentre le statue, peraltro insigni capolavori di oreficeria, sfilano, e sembrano ondeggiare sul mare di teste, non resisto alla tentazione di fornire dati e spiegazioni, a chi li chiede, sulla iconografia del Santo ritratto, sulla sua vita e su quello che di bello ha operato. San Biagio che salva il bambino che sta per essere soffocato da una spina di pesce, San Nicola, che di notte gettava monete d'oro nelle case dei poveri, i martiri che hanno dato la vita per ciò che ritenevano giusto, sono sentiti come fratelli maggiori che prima di noi, e in una maniera più degna, hanno percorso il duro cammino dell'esistenza.
Se i turisti stranieri sorridono per queste nostre manifestazioni di fede, io, dal canto mio, devo confessare che nelle loro Cattedrali ho sempre avvertito una sensazione di freddo e di vuoto: mi mancavano proprio le immagini dei Santi. E del resto, non posso dimenticare le mie origini: mio padre lavorava il legno, la creta e la cartapesta per rendere visibili agli altri le immagini del Cielo; per nulla al mondo potrei rinunciare alle immagini sacre.
Ma torniamo, dopo questa divagazione, all'argomento principale: quest'anno, sabato 30 aprile (la processione, lo ricordiamo, si tiene la sera del sabato precedente la prima domenica di maggio) sono state portate in processione diciannove statue davanti al busto e alle reliquie di San Gennaro.
Le statue dei Santi Patroni sono complessivamente cinquantuno. Ne do l'elenco, ponendo un asterisco accanto al Santo la cui statua è stata portata in processione quest'anno.
È un'iniziativa che ho intenzione di continuare anche per i prossimi anni, se Dio lo vorrà.
Ho dato all'elenco dei Santi Patroni un ordine indicativamente cronologico, in base all'epoca in cui sono, più o meno, vissuti. La data si riferisce all'anno della patronanza, cioè all'anno in cui il Santo è stato dichiarato Patrono di Napoli e in cui la statua è stata realizzata, o per lo meno iniziata. I nomi che seguono la data sono quelli dell'argentiere (o degli argentieri) e, tra parentesi, dell'artista che ha eseguito il disegno preparatorio.
San Michele Arcangelo
1691 Giandomenico Vinaccia
San Raffaele Arcangelo
1797 Giuseppe e Gennaro del Giudice (Giuseppe Sammartino)
San Giuseppe Patriarca Custode di Maria e di Gesù
1690 Giandomenico Vinaccia
Sant'Anna madre della Vergine Maria
1805 Michele Pane (Francesco Citarella)
San Gioacchino padre della Vergine Maria
1895 Vincenzo Catello (Federico Maldarelli)
San Giovanni Battista Profeta e Precursore di Gesù
1695
Santa Maria Maddalena
1757 Filippo Del Giudice
Sant'Aspreno Primo Vescovo di Napoli
1673 Aniello Treglia (Andrea Falcone)
Santa Candida Junior
1699 Domenico Antonio Ferro e Gennaro Parascandolo
San Severo Vescovo di Napoli
1673 Aniello Treglia (Andrea Falcone)
Sant'Agrippino Sesto Vescovo di Napoli e Martire
1673 Aniello Treglia (Andrea Falcone)
Sant'Emiddio* Vescovo
1760
Sant'Eufebio Vescovo di Napoli e Martire
1673 Aniello Treglia (Cosimo Fanzago)
Sant'Agnello Abate del Convento di San Gaudioso in Napoli
1671 Aniello Treglia (Andrea Falcone)
Santa Maria Egiziaca
1699
Santa Irene * Vergine e Martire
1760 Carlo Schisano
Santa Lucia * Vergine e Martire
1904 Vincenzo Catello
Sant'Agostino Vescovo e Dottore della Chiesa
1836 Domenico Capozzi
Sant'Atanasio Vescovo di Napoli
1675 Aniello Treglia (Cosimo Fanzago)
San Nicola * Vescovo di Myra
1675 (Cosimo Fanzago)
San Gregorio Armeno *
1676
Santa Patrizia *
1625
San Biagio * Vescovo e Martire
1690 Francesco Sorrentino
rubata nel 1810
rifatta nel 1856 da Domenico Ferraro e Alfonso Pompameo (Francesco Citarella)
Sant'Antonio Abate *
1707 Lavorata da più argentieri (Domenico Antonio Vaccaro)
San Francesco D'Assisi * fondatore dell'Ordine dei Frati Minori
1691
Santa Chiara * fondatrice dell'Ordine delle Clarisse
1689
San Domenico fondatore dell'Ordine dei Predicatori
1641
Sant'Antonio da Padova* Dottore della Chiesa francescano
1667
San Tommaso d'Aquino Dottore della Chiesa domenicano
1605
Santa Gertrude *
1927 L. De Luca
Santa Rita *
1928 L. De Luca
San Rocco Pellegrino
1856 Mariano Florio (Ernesto Calì)
San Pietro Martire * domenicano
1690
San Vincenzo Ferreri domenicano
1838
San Giacomo della Marca francescano *
1647
Sant'Andrea Avellino *
1622
San Francesco di Paola
1625
San Francesco Saverio
1656
Santa Teresa D'Avila delle Carmelitane Dottore della Chiesa
1664
San Filippo Neri
1668 Onofrio D'Alessio
San Gaetano Thiene* Fondatore dell'Ordine dei Teatini
1671
Santa Maria Maddalena de' Pazzi
1692
San Francesco Borgia
1695
San Giovanni Giuseppe della Croce
1845 Raffaele Capozzi
San Pasquale Baylon * "frate laico" francescano
1845 Vincenzo Caruso
Sant'Ignazio di Loyola Fondatore dell'Ordine dei Gesuiti
1754
San Luigi Gonzaga
1835 Vincenzo Caruso, Luca Vaccaro e Francesco Rossi
Sant'Alfonso Maria de' Liguori *
1840 Gennaro Russo
San Francesco De Geronimo
1841
San Francesco Caracciolo
1843 Gennaro Russo
Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe
1901 Sodo e Vincenzo Catello
È interessante notare come la patronanza ufficiale non coincide con l'antichità del culto: per esempio, Santa Lucia, che è una delle sante più anticamente venerate a Napoli, è stata dichiarata patrona solo agli inizi del Novecento.
Non ho ritenuto opportuno indicare i restauri, né altri rifacimenti. Alcune statue conservano all'interno la testa lignea del primitivo busto nel Tesoro Vecchio. Sono tutte notizie che saranno date a suo tempo, quando si renderanno in considerazione, uno per uno, i Santi Patroni e le statue che li raffigurano.
I principali protettori di Napoli sono raffigurati in una pianta topografica della città, edita a Roma da G. B. Rossini, nel 1648, opera di Pietro Miotte, che ne fu disegnatore ed incisore.
In alto, al di sopra del Castel S.Elmo troneggia sulle nubi la Vergine Maria con il Bambino Gesù; ai due lati si dispongono i Patroni, inginocchiati a impetrare dalla Madre di Dio la sua protezione su Napoli. Alla destra della Vergine vi sono San Gennaro, Sant'Aspreno, Sant'Agrippino, San Severo, Sant'Eufebio, Sant'Atanasio. Alla sinistra vi sono Sant'Agnello, San Tommaso d'Aquino, Sant'Andrea Avellino, San Giacomo della Marca, Santa Patrizia, San Francesco di Paola, San Domenico.
La storia di queste statue è anche la storia delle chiese titolari dei Santi che le statue stesse rappresentano.
La processione segue oggi un percorso alquanto diverso da quello originario: uscito dalla Cattedrale, il corteo scende per via Duomo, svolta per le strade di "Spaccanapoli" e le percorre fino a Santa Chiara. È in questa celebre chiesa angioina che, di solito, avviene il "miracolo" della liquefazione, nel corso della celebrazione della Messa. Al termine della cerimonia, il corteo ritorna in Cattedrale, risalendo per via S. Sebastiano, svoltando per San Pietro a Maiella e percorrendo via dei Tribunali. Il ritorno avviene tra la gioia o la mestizia dei fedeli, a seconda che il "miracolo" sia avvenuto a meno. Nel rientrare in Duomo, i portatori hanno cura di compiere un giro di centottanta gradi, in modo che la statua rientri guardando verso la folla dei fedeli, mentre i gonfaloni e gli stendardi delle congregazioni, delle confraternite e delle associazioni religiose s'inchinano in segno di rispetto.
Ancora una volta, il presente articolo è solo il primo passo di un percorso molto più lungo, nel quale confidiamo di essere non solo seguiti dai nostri Lettori, ma di essere anche sostenuti dai loro suggerimenti, dalle loro osservazioni e se è il caso dalle loro correzioni.
Italo Sarcone
Domenica 1 maggio 2005
Festa di San Giuseppe Lavoratore
Per le date della patronanza dei Santi mi sono servito del libro di Franco Strazzullo, che è un nome ben noto nel panorama della critica dell'arte e ormai anche ai nostri Lettori.
F. STRAZZULLO, La real cappella del Tesoro di S. Gennaro, Napoli. SEN, 1978
Per le carte topografiche napoletane, il rinvio d'obbligo è a
C. DE SETA, Cartografia della città di Napoli, in cui si può trovare, al n. XI, la carta cui si fa riferimento nell'articolo.