Proponiamo
alcune immagini di artigiani che hanno interpretato il
personaggio-chiave del presepe popolare napoletano, che è
Benino, del cui significato abbiamo discusso nel numero di
febbraio.
Per
la sua stessa natura è, come facevamo rilevare, il personaggio
più commovente, che conferisce un tono idilliaco al paesaggio
circostante. Intorno al Benino si sviluppa un ambiente bucolico,
cui hanno dato il loro apporto sotterraneo sia il Virgilio delle
Egloghe sia il Sannazaro dell’ Arcadia e del De
Partu Virginis. “O Titiro, tu disteso all’ombra di un
faggio frondoso …” cantava Virgilio, all’inizio del
libretto bucolico.
1-
La prima
immagine riproduce un Benino uscito dagli stampi della bottega
di Maddaloni, alcuni decenni or sono. Il suo proprietario
ricorda di averlo acquistato negli anni Sessanta del secolo
appena trascorso. Il tono caldo della resa cromatica è dovuto
all’impiegp delle “terre”, che negli ultimi decenni sono
state sostituite dai colori a tempera, più brillanti ed
intensi, ma forse meno caldi e suggestivi. Il senso di abbandono
al riposo è reso efficacemente dalla linea del corpo che segue
l’andamento del terreno.
2-
Non conosciamo l’autore del “Benino” raffigurato nella
seconda immagine; alcuni caratteri stilistici potrebbero far
pensare ancora alla bottega di Maddaloni o anche, per la posa
inconsueta, a un Del Giudice alle sue prime, se pure pregevoli,
prove: più che rilassato nel riposo notturno, questo Benino
sembra essere stato colto da un improvviso momento di
spossatezza, a cui
ha cercato ristoro appoggiandosi a un sasso. Questa posa è in
pieno accordo con il valore simbolico che abbiamo attribuito al
personaggio. Interessante il particolare del cappello poggiato
alla spalla, che è un motivo ricorrente nelle statuette da
presepe, raffiguranti personaggi del mondo contadino. E’ un
particolare tipico, ad esempio, del pastore con la zampogna,
davanti alla grotta del Bambino Gesù.
3-
Anche il terzo “Benino”, dovuto questa volta alla mano di
Carmela Festinese (come è attestato dal marchio di fabbrica) è
molto interessante: la posa ricorda il pezzo di Maddaloni, con
il corpo che segue l’andamento del terreno, mentre il motivo
nuovo è dato dalla tela di sacco con cui il giovanetto ha
cercato riparo dall’umidità notturna o dalla rugiada del
mattino. E’ commovente anche l’agnellino accucciato accanto
al padrone addormentato cui rivolge la testina curiosa.
4-
Nella quarta rappresentazione, di cui ignoriamo l’autore, ma
che dai caratteri stilistici si colloca accanto a pezzi prodotti
da una bottega che ha come marchio di fabbrica un cesto di fiori
e di cui mostreremo alcuni prodotti nel corso dei prossimi mesi,
ci piace l’espressione di sereno compiacimento che aleggia sul
volto del dormiente, come se nel sonno stesse vivendo una
visione gradita: quest’immagine è dunque pienamente
rispondente al significato generale che stiamo via via scoprendo
nel presepe popolare. Notiamo ancora il cappello sulla spalla,
il perfetto accordo dei colori e alcuni particolari realistici,
quali la bisaccia a tracolla (segno che anche questo Benino è
stato colto improvvisamente dal sonno) e i calzerotti che
scendono sulle gambe.
Abbiamo
presentato delle statuine che uniscono la piacevolezza estetica
al costo non eccessivo; segno che si tratta di statuine
(“pastori”) concepite espressamente per popolare il presepe:
il Lettore che ci ha seguito fin qui con simpatia, si sarà
senz’altro accorto che, nella nostra maniera di intendere il
presepe, una certa “ingenuità” stilistica nei pastori non
è un difetto, bensì un pregio.
Naturalmente,
siamo pronti ad accogliere qualunque rettifica e precisazione da
parte degli artigiani che dovessero riconoscere nei pezzi da noi
presentati l’opera delle proprie mani; così come attendiamo
che altri artigiani ci sottopongano i loro pastori affinché
possiamo presentarli e commentarli nella pagine della nostra
rivista.
Lo
stesso vale per i Lettori che avessero dei “pezzi” a loro
avviso interessanti per il nostro discorso e volessero inviarci
le foto dei pastori o dei presepi in loro possesso: garantiamo,
a loro richiesta, la più assoluta discrezione da parte nostra.
Italo Sarcone