Dobbiamo all’imprenditore napoletano Rosario Bianco se alla
Chiesa di San Francesco di Paola a Piazza Plebiscito, in una
cornice davvero straordinaria, da ieri 22 ottobre 2008 è posto in esposizione
permanente un presepe da lui voluto, commissionato e fatto
realizzare da alcuni fra i migliori artigiani che tengono
ancora viva oggi la tradizione del presepe napoletano del
Settecento. In realtà per il presepe Bianco, che da questo
imprenditore prende, a giusto titolo, il nome, si tratta di un
ritorno in questa stessa Basilica in quanto la stessa
composizione presepiale era già stata proprio un anno fa qui
esposta in occasione della visita del Papa, che ebbe modo di
apprezzarlo e di benedirlo: una foto ha immortalato proprio
questo momento. La foto è naturalmente contenuta nel libro “Il
Presepe Bianco - La Tradizione Ricreata” (108 pagine + DVD, €
50,00 rilegato, € 25,00 in brossura), Rogiosi editore, –
peraltro dotato di un impianto iconografico d’eccezione - che
lo stesso imprenditore ha fatto stampare per documentare la
ricchezza di questa straordinaria realizzazione – circa 200
figure e 100 animali – che, grazie anche a uomini come lui,
non si perde. È infatti straordinario pensare che a distanza
di quasi tre secoli dai fasti della corte di Re Carlo III
esistano ancora botteghe artigiane in grado di esprimere i
livelli dell’arte che hanno fatto grande il presepe napoletano
del XVIII secolo. Certo la passione di un Re artista che diede
vita anche alla Real Fabbrica di Capodimonte, il cimentarsi
dei migliori artisti e artigiani dell’epoca in questa materia,
la gara bandita a corte fra chi possedeva il più bel presepe,
hanno portato allora ad un fenomeno artistico assolutamente
unico. In questo caso, con un’opera che è fra le più imponenti
realizzate negli ultimi anni, l’espressione artistica si
mantiene a livello della grande tradizione con qualche culmine
di straordinaria bellezza, come nell’espressione tenera e
delicata della Madonna, proveniente, come tutti gli altri
pastori, dalla bottega dei fratelli Sinno, nella realistica
fattura di qualche popolano e nel verismo spinto fino
all’estremo di qualche scena, curata con amore e straordinaria
perizia da Marco Abbamondi. La scena lunga cinque metri e
larga tre, con altrettanta altezza, gira a tutto tondo e
permette di scoprire a poco a poco, come sempre accade in
queste composizioni presepiali, una serie di particolari
interessanti non rilevabili ad un primo sguardo,
necessariamente rivolto all’insieme. L’occhio più attento è
poi in grado di scoprire e di osservare la perfezione degli
animali, realizzati dal maestro Alfredo Molli, nella
plasticità dei loro movimenti o i mille colori delle
mattonelle in ceramica del riggiolaro Marco Salerno o, ancora,
la buona fattura della frutta e degli accessori in cera
precolorata e terracotta di Alfredo De Pascale.
Nella presentazione del presepe e del libro “Il Presepe Bianco
- La Tradizione Ricreata” il vescovo ausiliare della Diocesi
di Napoli, mons. Antonio Di Donna, ha voluto sottolineare come
nell’osservare il presepe è necessario che non si perda il
significato principale del Natale che è appunto la Nascita del
Salvatore, del Re dei Re, che pur essendo venuto nell’estrema
povertà, merita d’avere nell’evento natalizio e nelle sue
commemorazioni la centralità che gli stessi artigiani nel
presepe Bianco hanno voluto conferirgli. Se infatti da una
parte è giusto che l’arte rievochi i fasti di un periodo
fulgido della storia partenopea, dall’altra è importante
ricordare chi è il protagonista dell’evento da cui tale
tradizione è nata, si è sviluppata e ancora vive: il
Bambinello. Particolarmente appropriate sono apparse le parole
del prelato in un contesto in cui spesso si cerca di surrogare
la gioia del Natale con altri aspetti che con il Natale
cristiano hanno ben poco a che vedere, come dire: hanno
conservato il brodo di agnello e hanno buttato via l’agnello.
Mons. Gennaro Matino, da grande appassionato del presepe, ha
fatto riferimento al particolare ruolo che ciascuna figura del
presepe riveste anche nella posizione all’interno del presepe
e dell’importanza che ha il coltivare la tradizione non solo
del presepe ma del “fare il presepe”, momento cruciale in cui
si ha modo di entrare nelle scene del presepe, “libro senza
parole e senza voce”, straordinario strumento di comunicazione
e in cui si trasmettono le tradizioni familiari. Ed è a queste
tradizioni che si è rifatto Rosario Bianco, invitato a
sorpresa dal giornalista Giovanni Leone, direttore
responsabile del mensile “L’Espresso Napoletano”, a esprimersi
sulle ragioni che lo hanno portato a realizzare questa grande
presepe opera, che ha voluto con la stessa testimoniare ai
suoi figli la propria fede e la passione per le tradizioni
artistiche della città di Napoli.
Infine, dopo l’intervento di Michele Lomuto, Presidente
provinciale dell’Associazione Cristiana Artigiani Italiani,
che ha ricordato come questo presepe è un buon ricordo del suo
impegno quarantennale nel conservare la tradizione artigianale
e artistica napoletana, è intervenuto Marco Abbamondi, in
rappresentanza anche degli altri artigiani autori del presepe,
che ha ricordato il lungo e intenso lavoro, di oltre sei mesi,
che con la collaborazione di altri, lo ha portato a realizzare
le scenografie di questa grandiosa realizzazione. Anche
Abbamondi ha voluto ringraziare Bianco, novello mecenate,
grazie al quale è stato possibile intraprendere e portare a
termine quest’opera.
Napoli, grazie a Dio, non è solo monnezza e camorra, come
certi media sembrano oggi portati a trasmettere. Napoli è una
città ferita, certo, da queste trascuratezze e prepotenze, ma
è anche espressione di una straordinaria bellezza della natura
che si riflette anche nella capacità artistica degli artigiani
del presepe, ispirati ed educati al bello e al vero, proprio
da tale bellezza.
“Rosario Bianco è figlio di un ciabattino, io sono figlio di
un macellaio – ha concluso così il suo intervento mons.
Gennaro Matino - mio padre faceva il presepe… ed oggi sono
qui”, sacerdote, a testimoniare il suo amore per il presepe.
Lucariello, oggi, è rimasto fuori dalla Basilica.
Alessandro Pagano Pagano
www.presepenapoletano.it