Sibulla, ti qeleis;
apoqanein qelw
Sibylla, tì théleis? Apothànein thélo
Aveva sei anni il bambino, quando per la prima volta contò
gli anni che gli restavano ancora; e calcolò: cento meno sei
fanno novantaquattro: appena!
Non sapeva che sarebbe venuto un giorno in cui gli anni che
aveva davanti gli sarebbero sembrati casi tanti, da fargli
desiderare di bruciarli in una sola fiammata.
Ma quella volta ebbe paura. E andò dal suo babbo: "Papà, che
succede ad uno, quando si muore?"
E il papà gli parlò dell'inferno per i malvagi, ma per i
buoni, per quelli che vivono onesti, gli disse che invece
c'era ad attenderli il Paradiso.
E il bambino si rassicurò: sì, il suo papà, senza aver letto
dei libri, sapeva le cose che sono importanti davvero.
E la domenica il babbo lo accompagnava a vedere la cappella
del principe stregone. E il padre allora si faceva piccolo
come il suo bambino, di fronte al Cristo velato del
Sammartino.
Gli scheletri con le vene e le arterie: ma la mano del babbo
dava fiducia.
ET EMISIT EVM DOMINVS DE PARADISO VOLVPTATIS
Si dice che l'infanzia è un paradiso terrestre; per il
nostro bambino questo era vero alla lettera.
Quanti santi!
Monaci con cappuccio e bastone, Vescovi con Mitra e
Pastorale. San Rocco e il cane che gli porta del pane.
Santa Lucia con la palma e gli occhi nel piatto.
San Biagio e il bambino che egli salva dalla spina di pesce.
E poi Angeli ed Arcangeli, Cherubini e Serafini.
E soprattutto Madonne, che chissà perché somigliavano tutte
a sua madre.
Per tutti i bambini il padre è un dio; e per il nostro
bambino questo era vero due volte; tanto più che un giorno,
in chiesa, aveva udito dire che Nostro Signore, per fare
l'uomo, aveva preso il fango della terra, vale a dire, della
comunissima creta.
"Proprio come papà" pensò il bambino; e il suo amore per il
padre crebbe, perché anche Domineddio aveva dovuto prendere
esempio da lui.
E un giorno sentì dire che, quando il Signore si fu pentito
di aver fatto l'uomo, mandò giù il diluvio e disfece l'opera
delle sue mani.
"To', proprio come papà!" pensò ancora il bambino. Perché,
quando suo padre non era contento del proprio lavoro, lo
immergeva nell'acqua e così recuperava la creta.
E se nostro Signore non si era contentato del tutto della
sua opera e alla fine aveva dovuto lasciarla com'era
(perbacco, l'uomo, meglio di così, proprio non gli veniva!)
il nostro bambino non ne era stupito: neanche suo padre era
soddisfatto sovente di ciò che faceva.
Anzi, a dire il vero, non lo era mai.
Il bambino, a quel tempo, non sapeva ancora che la materia è
sorda all’intenzioni del'arte e non capiva perché suo padre
fosse tanto severo con cose che lasciavano a bocca aperta
tutti gli altri che nelle mani non avevano lo stesso dono
divino.
Però, ad onore di quest'uomo si deve dire una cosa:
soddisfatto non era, però si limitava a scuotere il capo;
nessuno lo vide mai prendere a martellate una sua statua,
perché non voleva parlare (è forse per questa pazienza
mostrata da suo padre che il bambino, quando da adulto andò
ad insegnare, non provò mai l'impulso di dare martellate
agli studenti che non volevano dire una sola parola).
Il bambino sapeva che c'era gente più fortunata, che aveva
denaro, che poteva comprarsi le scarpe e i vestiti, e che
tutti i giorni sulla tavola aveva non solo il pane ed il
vino.
Ma era sempre meglio suo padre.
Che importa il denaro? Fare soldi è da tutti, ma dare un
volto a Santi e Madonne lo sapeva fare suo padre soltanto.
Il bambino allora non sapeva di avere già scelto una volta
per tutte e che agli occhi del mondo aveva perduto per
sempre.
Ma che importava? Lui poteva vedere già su questa terra
l'Eterno Padre, con il Figlio alla destra e lo Spirito
Santo, incoronare la Vergine Assunta.
Lui poteva giocare con la spada di S. Michele ("Chi come
Dio?" gli spiegava suo padre) e poteva farsi beffe perfino
del Tentatore e cacciargli un dito nell'occhio; tanto, a
tenerlo a bada ci pensava l'Arcangelo.
Gli Arcangeli erano sette. Ma solo di tre se ne sapeva il
nome.
Michele. Chi come Dio?
Gabriele. La forza di Dio.
Raffaele. La medicina di Dio.
Poi, come nell'antico mito, avvenne la cacciata dal
Paradiso.
Il papà ed il fratello più grande andarono insieme a vedere
come fosse davvero il volto dell'Eterno Padre e a parlare
con la Vergine Assunta.
E lui rimase invece quaggiù, con le due sorelle e la madre,
che ormai somigliava alla Madonna dei Sette Dolori.
Non più Angeli e Santi, in un'esistenza sempre più profana e
profanata, ma lui rimase a sognare Madonne.
Si accorse che il mondo aveva fatto morire l'Eterno Padre
per un pugno di mosche, nell'abitudine di mettere ad ogni
cosa il cartellino col prezzo.
E vide Esaù vendere la sua primogenitura per un piatto di
lenticchie e Giuda per trenta denari tradire Gesù, nelle
strade e nei vicoli della sua città che perdeva ogni giorno
un po' della sua magia.
Che altro poteva diventare, da adulto, se non un
raccoglitore di libri, se non un narratore di miti?