l
presepe popolare napoletano è
costituito da una serie di discese,
dovendo suggerire a chi guarda l'idea di un viaggio, un viaggio di somma
importanza di cui parleremo a varie riprese. Per ora, il lettore cominci a
prendere familiarità con i personaggi che popolano l'ingenua struttura di
sughero.Al termine delle discese, sulla pianura che si apre dinanzi alla
montagna da esse suggerita, si aprono tre grotte:
in
quella di centro avviene la nascita del Bimbo Divino.Personaggi
ed elementi fondamentali:
Benino, che dorme: all'inizio della prima discesa; comunque, sempre all'inizio
del percorso. La Zingara. La Lavandaia. La cavalcata dei Re
Magi: Baldassarre, il vecchio; Gasparre, il negro; Melchiorre, il
giovane. I cavalli: uno bianco, uno rossiccio, il terzo nero. Il Cacciatore.
Il Pescatore. L'Oste. I Banchettanti. Il Ciccibacco,
che conduce il carro con le botti. Il Ciccibacco esce da una delle due
grotte, mentre nell'altra trova posto l'Osteria.
Nel loro percorso questi personaggi incontrano un ponte,
che scavalca un fiume. Assolutamente indispensabile il pozzo.
Generalmente, Benino sonnecchia in un pagliaio.
All'ingresso della grotta della Natività,
ai due lati, gli Zampognari:
il più vecchio con la ciaramella, il più giovane con la cornamusa.
E, nella grotta, ovviamente, la Madonna con Giuseppe e il
Bambino, che nella mangiatoia va posto a mezzanotte, quando, dalla vicina chiesa, giunge il suono
festoso delle campane che suonano a gloria.Non dimenticate il bue e l'asinello,
che dell'intera scena sono l'elemento più poetico. Poi, Angeli che scendono a grappoli. E animali a volontà, soprattutto pecore. Tutti
questi personaggi ed elementi si ritrovano nella settecentesca Cantata
dei Pastori di Andrea Perrucci.
Qualcuno pone anche, in cima alla montagna, il castello di Erode e in
questo caso vi sono anche dei soldati romani. Si può dunque
rappresentare anche la Strage degli Innocenti. Per
quest'ultima scena, non si dimentichi l'importanza di questo simbolo
nell'opera di Nicolas Flamel, uno dei pochissimi alchimisti di cui la
tradizione assicuri che sia riuscito a produrre l'oro: Nicolas
Flamel et Perrenelle sa
femme.
Questa
pagina è tratta da una nostra pubblicazione, che vide la luce ormai
sono tre lustri (In Limine,
Napoli, 1987): in quel libro, il simbolismo cui sono informati i vari
personaggi e gli altri elementi traspariva dalla trama di connessioni e
di rinvii con le altre pagine; una esposizione più ampia offrimmo in un
altro lavoro (Il sogno di Benino,
Salerno, 1989), espressamente dedicato al presepe popolare napoletano.
Nelle nostre successive analisi, che cercheremo di condure in maniera
sistematica, ci avverrà spesso di fare riferimento a questi nostri
studi, cosa di cui chiediamo fin d'ora scusa al paziente lettore.
Napoli,
19 marzo 2001,
in die festo
Beati Joseph patriarchae.
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