La parola "presepe" significa
letteralmente "mangiatoia" e per antonomasia indica la mangiatoia, la greppia,
nella quale, come è raccontato nel Vangelo di Luca, fu collocato il Bambino Gesù alla
sua nascita, non avendo la santa coppia di Maria e Giuseppe trovato alloggio nella locanda
([Maria] peperit filium suum primogenitum, et pannis eum involvit, et reclinavit eum in
prasepio: quia non erat eis locus in diversorio).
Due cose sono da rilevarsi nel racconto evangelico.Tra l'annunzio ai pastori da parte di un angelo (la parola "angelo" in greco significa "messaggero": i pastori lo riconoscono come nunzio di Dio dal fulgore che lo avvolge), con la decisione di questi di recarsi a Bethlehem, e l'adorazione del Divino fanciullo sarà intercorso un certo lasso di tempo, essendovi una certa distanza tra il luogo della nascita e il punto in cui i pastori avevano il loro bivacco. Magi giunsero dall'Oriente alquanto tempo dopo in Bethlehem, secondo il racconto di Matteo, il quale è attento a scrutare il compiersi delle profezie e in effetti cita Michea e, per la successiva strage degli Innocenti, Geremia.
Abbiamo fin qui ricercato i precedenti artistici del "presepe": ma se intendiamo quest'ultimo come una rappresentazione, una raffigurazione realistica della Natività, dobbiamo arrivare a San Francesco d'Assisi, che a Greggio, secondo quando ci dice San Bonaventura, egli stesso francescano, lo avrebbe posto in essere mettendo in una vera mangiatoia un bimbo da poco nato e presentandolo ai fedeli convenuti, perché lo venerassero come simbolo del Divino Bambinello Gesù. Questo sarebbe avvenuto nel 1223, due anni prima della morte del Santo. C'è da ricordare che spesso, nella tradizione religiosa cristiana, i Santi più umili e popolari hanno avuto il privilegio di poter tenere nelle loro braccia il Bambino, loro apparso per grazia particolare: è il caso di Sant'Antonio di Padova, Dottore della Chiesa, la cui sapienza è indicata dal libro, su cui egli appoggia il Bambino Gesù.
In area meridionale c'è il presepe del Duomo di Matera, una tappa fondamentale nella costituzione del presepe popolare è costituita, all'inizio del Cinquecento, dall'opera di San Gaetano Thiene, appartenente all'ordine dei Teatini (questi hanno la loro sede napoletana nella Chiesa di San Paolo Maggiore, che il popolo chiama volgarmente "chiesa di San Gaetano"; nel Seicento San Gaetano fu elevato al rango di compatrono di Napoli accanto a San Gennaro e il suo busto fu collocato dietro tutte le porte urbiche): egli cominciò ad ampliare la rappresentazione, mediante personaggi che appartenevano al mondo antico, ma anche all'epoca contemporanea, senza alcun timore di eventuali anacronismi: in tal maniera il Santo dava vita a quella che sarebbe rimasta come una delle principali caratteristiche del presepe, cioè la sua atemporalità, che permette di far rivivere la nascita del Cristo in ogni epoca; di ciò ha approfittato soprattutto la tradizione presepiale napoletana, la quale "aggiorna" continuamente la rappresentazione, con personaggi tratti dalla vita culturale e politica; così, si ritrovano raffigurati dai "pastorari" di San Gregorio Armeno (la popolare strada dei "pastori", di cui parleremo più avanti) l'attore Totò (Antonio de Curtis) e il drammaturgo Eduardo De Filippo che ha mostrato la napoletana passione per il presepe nel personaggio di Lucariello, nella commedia "Natale in casa Cupiello". Ma vi sono anche Antonio di Pietro e altri politici, legati allo scandalo di Tangentopoli.
In Italia stessa dobbiamo distinguere due
correnti, una settentrionale, contraddistinta dalla capanna, e una meridionale,
contraddistinta dalla grotta. In area meridionale, poi, la tradizione pugliese e quella
siciliana hanno caratteri propri che le tengono distinte dalla tradizione napoletana;
anche i rispettivi artigianati sono ben riconoscibili: i pastori siciliani e pugliesi sono
facilmente distinguibili, anche per chi non ha molta esperienza, da quelli napoletani.
Abbiamo introdotto il termine fondamentale dell'artigianato presepiale: il
"Pastore" è un termine tecnico per indicare la statuetta da presepe, con una
estensione semantica, poiché i primi ad accorrere alla culla del Bambino Gesù furono,
appunto, dei pastori. Queste statuette possono essere costruite con vari materiali, come
stucco, legno, terracotta, cartapesta e così via (l'artigianato in cartapesta è tipico
della città di Lecce, che con questo materiale dà vita a veri e propri capolavori). Prof. Italo Sarcone
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