Andando
relativamente indietro nel tempo, già solo qualche anno fa, la
presenza di tali figure, oltre che essere sporadica, era anche
di mediocre qualità (la tradizionale competenza degli amanti
del settore, ha da sempre etichettata la "strada dei
pastori" negativamente, ritenendola come il luogo affatto
deputato alla buona produzione di tali manufatti).
In verità,
tale situazione, da poco più di un anno, è cominciata ad
apparire diversa, non solo il numero di questi pastori è
notevolmente aumentato, ma è anche migliorata una certa
qualità formale; ammesso che questo riconoscimento possa essere
egualmente riferito ai vari tipi del genere osservati.
Senza
togliere merito agli artefici che già vi operavano o che
fornivano da luoghi diversi le botteghe di Via San Gregorio
Armeno, resta fuori discussione che un cambiamento di tendenza
si è verificato; anche perchè ora si manifesta copioso e
soprattutto, in una proposta esecutiva più che soddisfacente.
Credo che l'aumento produttivo e il pari e miglioramento
qualitativo, siano dovuti a quelle situazioni diverse, che si
sono verificate contemporaneamente e in tempi strettamente più
prossimi a noi. La diffusione a mezzo libri e pubblicazioni in
genere, contenenti immagini fotografiche a colori riprese da
antiche figure ha, da una parte, risvegliato il desiderio di
possesso, cioè di avere pastori quanto più possibile simili
agli antichi originali; e dall'altra, dal versante produttivo,
ha spinto, indicato e suggerito modi di fare più attenti alla
plastica, alla pittura e soprattutto alla vestitura di queste
rivisitate figure presepiali vagheggianti il settecento. Un
altro cambiamento si è verificato con la presenza di nuove,
giovani maestranze, desiderose di affermarsi; che, dotate di
maggior consapevolezza dei ruoli da svolgere e forti di un
bagaglio di conoscenze tecnico/artistiche, semmai maturate
nell'ambito dell'Accademia napoletana; si sono affiancate se non
addirittura sostituite all'esausta generazione dei vecchi
figurari. Infine, grazie alla disponibilità di nuovi materiali
e macchinari sofisticati, concepiti inizialmente per impieghi
diversi e poi adatti anche alle varie lavorazioni plastiche
delle figure da presepe (come i prodotti per la formatura e
l'impronta a base siliconica priva di ammoniaca, come i gessi
speciali ad alta resistenza, come gl'inerti impregnati di resine
furaniche, come i pantografi/laser a controllo numerico), è
lecito supporre che proprio queste situazioni abbiano
maggiormente contribuito alla vistosa riscoperta del 'genere'.
Dopo questa elencazione, non intendo ancora evidenziare ne
tantomeno alludere, alla poca corrispondenza tra il dire e il
fare di getto le testine dei pastori, l'argomento è delicato e
di ben altra portata; quindi se questa plastica è o non è un
artefatto, rimane per il momento un episodio limitatamente
circoscritto all'attendibilità e all'eventuale verifica delle
dichiarazioni (vere o false), fatte dai vari artefici sul
proprio modo di operare.
Le figure presepiali vestite sono state
fatte rivivere in maniera plateale da una ventina d'anni,
attraverso le periodiche esposizioni natalizie organizzate
dall'Associazione Nazionale Amici del Presepio di Napoli. Tale
organo ha avuto il merito di mettere insieme, con alternanze di
partecipazioni, le personalità più rappresentative di questo
settore; comunque, un certo numero di operatori dediti
all'imitazione delle antiche figure c'è sempre stato, come sono
stati egualmente presenti i restauratori e purtroppo, anche i
falsari. La totalità dei pastori viene tuttora realizzata da
varie, distinte produzioni, caratterizzate ognuna da diversi
propositi. La prima, tenta di fare il verso alle antiche figure
e rimane, preservando, nell'assoluta incapacità di liberarsi
dai modi e dallo stile di quell'epoca inimitabile. Essa
rappresenta la quasi totalità degli addetti ai lavori e si
compone sia dalle botteghe,sia dai dilettanti. Su questo filone
imitativo, si innestano purtroppo, tutti i sistemi e le
scorciatoie atte a produrre volgari imitazioni e artefatti di
varia natura, che falsano e inducono all'equivoco la visibilità
della stessa produzione. Di contro, la seconda si attiva nella
ricerca di un proprio stile e non si lascia condizionare da
nessuna procedura tradizionale; il modo antico rimane solo un
riferimento, il pretesto per dialogare con un linguaggio più
moderno, essenzialmente teso a evidenziare stati d'animo e
sensazioni attraverso l'espressione, ottenendola dalla mimica
facciale e dalla postura. In questo pensiero, il ruolo
predeterminato di ogni singola presenza nel contesto dei vari
aggruppamenti e nella coralità dell'insieme, è fondamentale.
La terza produzione attende a motivazioni ben diverse (la
riporto qui per obiettività di cronaca), realizza copie e
spudorate falsificazioni per un mercato truffaldino e privo di
scrupoli; ieri come oggi, persevera con l'inganno e il raggiro. |