XVII. Ora uscì un editto
dell'Imperatore Augusto che ordinava il censimento di tutti gli abitanti di
Betleem in Giudea. E Giuseppe disse: « Quanto a me farò recensire i miei
figli, ma quanto a questa giovinetta, che cosa farò? Come la farò recensire?
Come mia moglie? Me ne verrebbe vergogna. Come figlia mia? Ma tutti i figli
d'Israele sanno che non lo è. Nel giorno del Signore farò la volontà del
Signore ».
E sellò la sua asina, vi fece sedere Maria, e il figlio di Giuseppe conduceva la bestia e Giuseppe veniva dietro.
Quando ebbero percorsi circa tre miglia, Giuseppe si rivolse a Maria; la
vide triste e disse tra sé: « Certamente quello che è in lei la travaglia
». Ma essendosi nuovamente rivolto verso di lei, vide che rideva. E le disse:
« Maria, che hai dunque che il tuo viso ora ride ora si rattrista »? E Maria
disse a Giuseppe: « E' perché due popoli mi stanno davanti agli occhi: l'uno
piange e fa penitenza della sua colpa: l'altro è felice e salta dalla gioia
».
Quando furono a metà del cammino, Maria disse: « Fammi scendere
dall'asina, perché colui che è in me mi fa male spingendo ». Ed egli la
fece scendere dall'asina e le disse: « Dove posso condurti? Dove custodire il
tuo pudore? Perché qui è tutto un deserto ».
XVIII. E egli scorse una grotta e vi
fece entrare Maria. Lasciò suo
figlio a guardia di essa e andò a cercare una levatrice di razza ebraica nella
città di Betleem.
Ora, Giuseppe, mentre camminava, si fermò
improvvisamente. Alzò gli occhi al cielo e vide che l'aria era attonita. Li
alzò verso il punto più alto del cielo e lo vide immobile, e gli uccelli
immobilizzati in pieno volo. Li abbassò verso la terra e vide una madia e dei
panettieri curvi in avanti, con le mani nella madia: perché quelli che vi impastavano
avevano sospeso di impastare, e quelli che sollevavano la pasta avevano
sospeso di sollevarla, e tutti avevano lo sguardo rivolto verso l'alto. Ed ecco
che dei montoni che venivano avanti si fermavano, e mentre il pastore alzava la
mano per percuoterli col suo vincastro, la mano restava sospesa in aria. E
guardando il fiume, vide dei capretti occupati a bere, la cui bocca restava
aperta e non bevevano più. Poi, improvvisamente, tutto riprese il suo corso
normale.
XIX. Or ecco che una donna discese dalle
montagne e gli disse: « Uomo, dove vai »? Rispose: « Cerco una levatrice di
razza ebraica ». Ella gli disse: « Sei d'Israele »? Ed egli le rispose: « Sì
». Ed ella soggiunse: « Chi è colei che partorisce nella grotta »? Ed egli
le disse: « La mia fidanzata ». Ed ella soggiunse: « Non è tua moglie »? Ed
egli le disse: « E' Maria, quella che fu allevata nel tempio del Signore, e che
mi è stata concessa in isposa. Ma non è mia moglie, e ha concepito di Spirito
Santo ». E la levatrice gli chiese: « E' vero ciò che dici? » E Giuseppe
rispose: « Vieni e vedrai »! E la levatrice andò con lui.
Essi si fermarono dietro la grotta ed ecco che un nembo di luce ricoprì la
grotta. E la levatrice esclamò: « Essa è stata glorificata in questo giorno,
anima mia, perché i miei occhi hanno visto prodigi: un Salvatore è nato in
Israele». E improvvisamente il nembo disparve e apparve una luce così intensa
che i nostri occhi non potevano sopportarla. Poi quella luce scemò lentamente,
fino al momento in cui apparve il bambino, e prese il seno di sua madre Maria. E
la levatrice esclamò: « Grande è questo giorno per me, perché ho assistito
a un grande prodigio»!
E, mentre usciva dalla grotta, la levatrice incontrò Salomè. E le disse: «
Salomè, Salomè, ti debbo raccontare un grande prodigio: una vergine ha
partorito, contro le regole della natura ». E Salomè rispose: « Come è vero
Dio, se non ci avrò messo il dito e scrutato la sua natura, non crederò che
una vergine abbia partorito ».
XX. E la levatrice entrò e disse a
Maria: « Preparati, perché è stato posto in dubbio il tuo caso ». E Salomè
mentre scrutava col dito la natura di Maria, gettò un grido, dicendo: «
Maledetta la mia empietà e la mia incredulità. Io ho tentato il Dio della
vita! Ed ecco che la mia mano, come arsa dal fuoco, si stacca da me »!
Ed ella s'inginocchiò davanti all'Onnipotente, e disse: « 0 Dio dei miei
padri, ricordati che appartengo alla generazione di Abramo, d'Isacco e di
Giacobbe! Non espormi alla vergogna innanzi ai figli d'Israele, ma rendimi alla
cura dei poveri, perché li curavo in tuo nome, lo sai, e da te ricevevo il mio
salario ».
Ed ecco che un angelo del Signore le apparve e le disse: « Salomè, Salomè, il
Signore ti ha ascoltato. Avvicina la tua mano al bambino e prendilo fra le tue
braccia: egli sarà la tua salvezza e la tua gioia ».
E Salomè si avvicinò e prese il bambino tra le sue braccia
e disse: « Io mi prosternerò davanti a lui, perché un grande
re è nato in Israele ». Ed ecco che subito Salomè fu guarita e, giustificata,
uscì dalla grotta.
Ed ecco che una voce disse: « Salomè, non palesare questo prodigio prima che
il bambino sia entrato in Gerusalemme ».
XXI. Ed ecco che Giuseppe si preparava a
far ritorno in Giudea. E gran tumulto era sorto a Betleem di Giudea; perché dei
Magi erano venuti, dicendo: « Dov'è il re dei Giudei che è nato? Perché
abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti ad adorarlo».
Ed Erode avendolo appreso ne fu turbato. Mandò messaggeri ai Magi e convocò
i principi dei sacerdoti per interrogarli, e disse: « Che cosa è scritto sul
Messia? Dove deve nascere »? Ed essi dissero: « A Betleem di Giudea, perché
così è scritto ». Egli li rimandò. Poi interrogò i Magi e chiese loro: «
Quale segno avete visto che annuncia la nascita di un re »? E i Magi risposero:
« Abbiamo visto una stella splendente tra tutti gli astri di un così vivo
chiarore, che li eclissava tutti al punto da renderli invisibili. Così
abbiamo conosciuto che era nato un re per Israele e siamo venuti ad adorarlo».
Ed Erode disse: «Andate, dunque, e cercate! E, se lo troverete, avvertitemene
affinché anch'io vada ad adorarlo ».
E i Magi andarono. Ed ecco che la stella che avevano
visto in Oriente li precedeva fin che furono arrivati alla grotta. E i Magi
videro il bambino con sua madre Maria, e trassero dai loro bagagli i doni
dell'oro, dell'incenso e della mirra. Ma avvertiti dall'angelo di non ripassare
dalla Giudea, tornarono ai loro paesi per altra strada.
XXII. Accorgendosi d'essere stato
ingannato dai Magi, Erode andò in furie e mandò dei soldatacci, dicendo loro:
« Uccidete i bambini dai due anni in giù». E Maria, apprendendo che
uccidevano i bambini, ebbe molta paura. Prese il bambino, lo avvolse in
pannolini e lo pose in una stalla.
Dal Vangelo
dello Pseudo-Matteo (capitoli XIII -
XIV). E' uno dei rifacimenti
del Protovangelo di Giacomo in
Occidente, data dal sec. VI e forse è anche anteriore.
XIII. A loro
volta ì pastori affermarono d'aver visto, nella notte, degli angeli che
cantavano inni e lodavano e benedicevano il Dio del cielo. E quegli angeli
dicevano che era nato il Salvatore di tutti gli uomini, il Signore e il
Cristo, per mezzo del quale sarebbe stata resa la salvezza ad Israele. E una
grandissima stella risplendeva dalla sera al mattino sulla grotta, di un tale
splendore che non se ne era mai visto il simile dal principio del mondo. E i
profeti che erano a Gerusalemme dicevano che quella stella annunciava la nascita
del Cristo, che avrebbe compiuto le promesse non solo per Gerusalemme ma per
tutti i popoli.
XIV. Ora, il
tredicesimo giorno successivo alla nascita del Signore, Maria uscì dalla
grotta, entrò in una stalla e depose il bambino nella mangiatoia, e il bue e
l'asino l'adorarono. Così fu compiuto ciò che il profeta Isaia aveva detto:
« Il bue ha conosciuto il suo
possessore e l'asino la greppia del suo Padrone. Dunque quegli animali tra
i quali era il bambino, non cessavano d'adorarlo. Così fu compiuto ciò che
aveva detto il profeta Abacuc: « Tu ti
manifesterai in mezzo a due animali ».