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Anno 1 - n.1 - Dicembre 2000

 

Origini della iconografia presepiale

 

Dal Protovangelo di Giacomo (capitoli XVII - XXII).

 

XVII. Ora uscì un editto dell'Imperatore Augusto che ordinava il censimento di tutti gli abitanti di Betleem in Giudea. E Giuseppe disse: « Quanto a me farò recensire i miei figli, ma quanto a questa giovinetta, che cosa farò? Come la farò recensire? Come mia moglie? Me ne verrebbe vergogna. Come figlia mia? Ma tutti i figli d'Israele sanno che non lo è. Nel giorno del Signore farò la volontà del Signore ». E sellò la sua asina, vi fece sedere Maria, e il figlio di Giuseppe conduceva la bestia e Giuseppe veniva dietro. Quando ebbero percorsi circa tre miglia, Giuseppe si ri­volse a Maria; la vide triste e disse tra sé: « Certamente quello che è in lei la travaglia ». Ma essendosi nuovamente rivolto verso di lei, vide che rideva. E le disse: « Maria, che hai dunque che il tuo viso ora ride ora si rattrista »? E Maria disse a Giuseppe: « E' perché due popoli mi stanno davanti agli occhi: l'uno piange e fa penitenza della sua colpa: l'altro è felice e salta dalla gioia ». Quando furono a metà del cammino, Maria disse: « Fammi scendere dall'asina, perché colui che è in me mi fa male spingendo ». Ed egli la fece scendere dall'asina e le disse: « Dove posso condurti? Dove custodire il tuo pudore? Per­ché qui è tutto un deserto ».

 

XVIII. E egli scorse una grotta e vi fece entrare Maria. Lasciò suo figlio a guardia di essa e andò a cercare una levatrice di razza ebraica nella città di Betleem. Ora, Giuseppe, mentre camminava, si fermò improvvisa­mente. Alzò gli occhi al cielo e vide che l'aria era attonita. Li alzò verso il punto più alto del cielo e lo vide immo­bile, e gli uccelli immobilizzati in pieno volo. Li abbassò verso la terra e vide una madia e dei panettieri curvi in avanti, con le mani nella madia: perché quelli che vi impa­stavano avevano sospeso di impastare, e quelli che solleva­vano la pasta avevano sospeso di sollevarla, e tutti avevano lo sguardo rivolto verso l'alto. Ed ecco che dei montoni che venivano avanti si fermavano, e mentre il pastore alzava la mano per percuoterli col suo vincastro, la mano restava sospesa in aria. E guardando il fiume, vide dei capretti occu­pati a bere, la cui bocca restava aperta e non bevevano più. Poi, improvvisamente, tutto riprese il suo corso normale.

 

XIX. Or ecco che una donna discese dalle montagne e gli disse: « Uomo, dove vai »? Rispose: « Cerco una levatrice di razza ebraica ». Ella gli disse: « Sei d'Israele »? Ed egli le rispose: « Sì ». Ed ella soggiunse: « Chi è colei che par­torisce nella grotta »? Ed egli le disse: « La mia fidanzata ». Ed ella soggiunse: « Non è tua moglie »? Ed egli le disse: « E' Maria, quella che fu allevata nel tempio del Signore, e che mi è stata concessa in isposa. Ma non è mia moglie, e ha concepito di Spirito Santo ». E la levatrice gli chiese: « E' vero ciò che dici? » E Giuseppe rispose: « Vieni e vedrai »! E la levatrice andò con lui. Essi si fermarono dietro la grotta ed ecco che un nembo di luce ricoprì la grotta. E la levatrice esclamò: « Essa è stata glorificata in questo giorno, anima mia, perché i miei occhi hanno visto prodigi: un Salvatore è nato in Israele». E improvvisamente il nembo disparve e apparve una luce così intensa che i nostri occhi non potevano sopportarla. Poi quella luce scemò lentamente, fino al momento in cui apparve il bambino, e prese il seno di sua madre Maria. E la levatrice esclamò: « Grande è questo giorno per me, perché ho assi­stito a un grande prodigio»! E, mentre usciva dalla grotta, la levatrice incontrò Salomè. E le disse: « Salomè, Salomè, ti debbo raccontare un grande prodigio: una vergine ha partorito, contro le regole della natura ». E Salomè rispose: « Come è vero Dio, se non ci avrò messo il dito e scrutato la sua natura, non crederò che una vergine abbia partorito ».

 

XX. E la levatrice entrò e disse a Maria: « Preparati, perché è stato posto in dubbio il tuo caso ». E Salomè mentre scru­tava col dito la natura di Maria, gettò un grido, dicendo: « Maledetta la mia empietà e la mia incredulità. Io ho tentato il Dio della vita! Ed ecco che la mia mano, come arsa dal fuoco, si stacca da me »! Ed ella s'inginocchiò davanti all'Onnipotente, e disse: « 0 Dio dei miei padri, ricordati che appartengo alla generazione di Abramo, d'Isacco e di Giacobbe! Non espormi alla vergogna innanzi ai figli d'Israele, ma rendimi alla cura dei poveri, perché li curavo in tuo nome, lo sai, e da te ricevevo il mio salario ». Ed ecco che un angelo del Signore le apparve e le disse: « Salomè, Salomè, il Signore ti ha ascoltato. Avvicina la tua mano al bambino e prendilo fra le tue braccia: egli sarà la tua salvezza e la tua gioia ». E Salomè si avvicinò e prese il bambino tra le sue braccia e disse: « Io mi prosternerò davanti a lui, perché un grande re è nato in Israele ». Ed ecco che subito Salomè fu guarita e, giustificata, uscì dalla grotta. Ed ecco che una voce disse: « Salomè, non palesare questo prodigio prima che il bambino sia entrato in Gerusalemme ».

 

XXI. Ed ecco che Giuseppe si preparava a far ritorno in Giudea. E gran tumulto era sorto a Betleem di Giudea; perché dei Magi erano venuti, dicendo: « Dov'è il re dei Giudei che è nato? Perché abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti ad adorarlo». Ed Erode avendolo appreso ne fu turbato. Mandò messag­geri ai Magi e convocò i principi dei sacerdoti per interro­garli, e disse: « Che cosa è scritto sul Messia? Dove deve na­scere »? Ed essi dissero: « A Betleem di Giudea, perché così è scritto ». Egli li rimandò. Poi interrogò i Magi e chiese loro: « Quale segno avete visto che annuncia la nascita di un re »? E i Magi risposero: « Abbiamo visto una stella splen­dente tra tutti gli astri di un così vivo chiarore, che li eclis­sava tutti al punto da renderli invisibili. Così abbiamo co­nosciuto che era nato un re per Israele e siamo venuti ad adorarlo». Ed Erode disse: «Andate, dunque, e cercate! E, se lo troverete, avvertitemene affinché anch'io vada ad ado­rarlo ». E i Magi andarono. Ed ecco che la stella che avevano visto in Oriente li precedeva fin che furono arrivati alla grotta. E i Magi videro il bambino con sua madre Maria, e trassero dai loro bagagli i doni dell'oro, dell'incenso e della mirra. Ma avvertiti dall'angelo di non ripassare dalla Giudea, tor­narono ai loro paesi per altra strada.

 

XXII. Accorgendosi d'essere stato ingannato dai Magi, Erode andò in furie e mandò dei soldatacci, dicendo loro: « Ucci­dete i bambini dai due anni in giù». E Maria, apprendendo che uccidevano i bambini, ebbe molta paura. Prese il bam­bino, lo avvolse in pannolini e lo pose in una stalla. Dal Vangelo dello Pseudo-Matteo (capitoli XIII - ­XIV). E' uno dei rifacimenti del Protovangelo di Giacomo in Occidente, data dal sec. VI e forse è anche anteriore.

 

XIII. A loro volta ì pastori affermarono d'aver visto, nella notte, degli angeli che cantavano inni e lodavano e bene­dicevano il Dio del cielo. E quegli angeli dicevano che era nato il Salvatore di tutti gli uomini, il Signore e il Cristo, per mezzo del quale sarebbe stata resa la salvezza ad Israele. E una grandissima stella risplendeva dalla sera al mattino sulla grotta, di un tale splendore che non se ne era mai visto il simile dal principio del mondo. E i profeti che erano a Gerusalemme dicevano che quella stella annunciava la na­scita del Cristo, che avrebbe compiuto le promesse non solo per Gerusalemme ma per tutti i popoli.

 

XIV. Ora, il tredicesimo giorno successivo alla nascita del Signore, Maria uscì dalla grotta, entrò in una stalla e depose il bambino nella mangiatoia, e il bue e l'asino l'adorarono. Così fu compiuto ciò che il profeta Isaia aveva detto: « Il bue ha conosciuto il suo possessore e l'asino la greppia del suo Padrone. Dunque quegli animali tra i quali era il bam­bino, non cessavano d'adorarlo. Così fu compiuto ciò che aveva detto il profeta Abacuc: « Tu ti manifesterai in mezzo a due animali ».